Benchmark ESG: definizioni, tipologie, strumenti e impatto sulle decisioni
Posizionati rispetto ai tuoi pari: scopri come il benchmark ESG rafforza le tue decisioni e i tuoi impegni.

Quando si raccolgono i propri dati ESG, una domanda inevitabilmente sorge: a che punto siamo rispetto ai nostri pari? Raccogliere i propri dati ESG e calcolare i relativi indicatori è un prerequisito per gestire efficacemente la strategia CSR, ma è ancora più interessante potersi posizionare rispetto a aziende simili – per settore, dimensioni o area geografica.
Qui entra in gioco il benchmark ESG, uno strumento chiave per valutare la maturità delle proprie pratiche e identificare ambiti di miglioramento concreti.
Ma come si può accedere a dati comparabili e affidabili, senza moltiplicare le fonti e gli strumenti?
In questo articolo esploriamo perché il benchmark ESG è diventato una leva strategica per la gestione della performance sostenibile e come una soluzione integrata può rispondere efficacemente alle esigenze delle aziende.
Cos’è un benchmark ESG?
Un benchmark ESG è uno strumento di confronto che permette a un'azienda di valutare le proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG) rispetto a dei riferimenti esterni. Concretamente, si tratta di confrontare i propri indicatori ESG con quelli di un panel di aziende simili: stesso settore, dimensioni equivalenti, operanti in un'area geografica comparabile, o soggette alle stesse esigenze normative.
L’obiettivo non è solo posizionarsi su una scala di performance, ma soprattutto di capire meglio dove si trova l’azienda, identificare i propri punti di forza e aree di miglioramento e adattare di conseguenza la strategia ESG.
Esistono diversi tipi di benchmark ESG, a seconda delle fonti dati utilizzate, del livello di dettaglio desiderato e dell’obiettivo del confronto (posizionamento globale, valutazione settoriale, conformità normativa, ecc.).
I diversi tipi di benchmark ESG
Benchmark settoriali
Obiettivo: confrontarsi con aziende dello stesso settore per identificare le migliori pratiche ESG specifiche della filiera.
Nome del benchmark | Descrizione | Tipo di dati |
---|---|---|
GRESB | Valuta la performance ESG degli asset immobiliari e delle infrastrutture. | Dati raccolti direttamente dai partecipanti. |
CDP (Carbon Disclosure Project) | Fornisce confronti settoriali sulle emissioni di gas serra, la gestione dell’acqua e la deforestazione. | Dati dichiarati dalle aziende. |
EcoVadis | Piattaforma utilizzata nelle catene di fornitura per confrontare le pratiche ESG dei fornitori. | Punteggi settoriali basati su questionari standardizzati. |
Dati di benchmarking SBTi | Fornisce riferimenti settoriali su traiettorie di emissioni allineate con gli obiettivi climatici. | Dati scientifici e settoriali. |
Benchmark di indici ESG
Obiettivo: valutare la propria performance globale rispetto a indici ESG di riferimento utilizzati nei mercati finanziari.
Nome dell’indice | Descrizione | Ambito |
---|---|---|
MSCI ESG Indexes | Classifica le aziende secondo criteri ESG e propone diversi indici per settore, paese o tematica. | Globale |
Dow Jones Sustainability Index (DJSI) | Seleziona i leader ESG in ciascun settore tramite questionari molto dettagliati. | Globale |
FTSE4Good Index Series | Valuta la conformità ESG delle aziende quotate con criteri etici, ambientali e sociali. | Globale |
Bloomberg ESG Disclosure Score | Misura il livello di trasparenza ESG delle aziende nei rapporti pubblici. | Globale, orientato agli investitori |
Benchmark competitivi
Obiettivo: confrontarsi direttamente con uno o più concorrenti identificati per misurare gli scarti nelle performance ESG.
Esempio di soluzione | Descrizione | Dati utilizzati |
---|---|---|
Sustainalytics Peer Comparison | Fornisce confronti tra un’azienda e i suoi concorrenti quotati. | Punteggi ESG pubblici, quotati. |
RepRisk | Analizza i rischi ESG e la reputazione di un'azienda, consentendo anche confronti diretti tra operatori. | Dati provenienti da fonti pubbliche e media. |
Piattaforme SaaS ESG con benchmark integrato (es.: Greenscope, Enablon, ecc.) | Integrano dati anonimizzati degli utenti per generare benchmark personalizzati rispetto a pari o concorrenti. | Dati interni aggregati. |
Perché effettuare un benchmark ESG?
Prima di tutto, realizzare un benchmark ESG permette a un’azienda di identificare le migliori pratiche di mercato o del proprio settore e, di conseguenza, di adeguare i suoi impegni, dare priorità alle azioni e perfezionare il proprio piano ESG. Questo posizionamento relativo facilita anche l’adozione di indicatori più pertinenti e permette di individuare gli scostamenti dove sono necessari ulteriori sforzi. Si tratta dunque di migliorare la propria performance ESG.
Il benchmark ESG svolge anche un ruolo centrale nella presa di decisione finanziaria. Dal punto di vista degli investitori, permette di identificare le aziende più performanti in termini di sostenibilità, conformità normativa e resilienza a lungo termine. Un’azienda ben posizionata rispetto ai propri pari beneficia di una migliore attrattività finanziaria, sia in termini di reputazione che di valorizzazione borsistica. In un contesto in cui i criteri ESG influenzano sempre più le scelte di investimento, un buon punteggio ESG comparativo diventa un vantaggio strategico.
Sul piano della gestione dei rischi, il benchmark consente di anticipare i rischi ESG evidenziando le aree di sotto-performance o le divergenze rispetto agli standard settoriali o normativi. Diventa così uno strumento di allerta precoce, particolarmente utile per affrontare le sfide climatiche, sociali o di governance emergenti.
Infine, dopo la fase di raccolta dati, il benchmark può anche colmare eventuali lacune grazie a proxy settoriali o geografici. Ciò consente di mantenere coerenza nelle analisi, anche in caso di dati mancanti o incompleti, garantendo comunque una valutazione ESG solida e contestualizzata.
In sintesi, il benchmark ESG è un elemento essenziale per passare da un reporting descrittivo a una gestione strategica della performance sostenibile, a supporto della trasformazione aziendale.
Qual è l’impatto di un benchmark ESG sulle decisioni di investimento?
Nell’ambito dell’investimento responsabile, il benchmark ESG gioca un ruolo determinante alimentando il processo di due diligence extra-finanziaria. Per gli investitori non si tratta più solo di analizzare i bilanci, ma di valutare in profondità la capacità di un’azienda di gestire le questioni ESG e generare una performance sostenibile nel lungo periodo. Per saperne di più, leggi il nostro articolo sull’investimento ESG. Il benchmark interviene su diversi livelli chiave del processo:
- Analisi comparativa: il benchmark permette di posizionare un’azienda rispetto ai pari, nello stesso settore o area geografica. Mette in evidenza i leader e i ritardatari in ambito ESG, facilitando una prima selezione degli investimenti possibili.
- Valutazione dei rischi: identificando gli scostamenti rispetto alle pratiche di mercato, il benchmark aiuta a individuare le aree di vulnerabilità ESG (mancanza di governance, scarsa gestione delle emissioni, basso impegno sociale, ecc.) che possono influenzare la valutazione o generare controversie.
- Validazione degli impegni: i dati di benchmark permettono di verificare la coerenza tra gli impegni ESG dichiarati dall’azienda e quelli effettivamente praticati nel settore. Ciò rafforza la credibilità dei piani d’azione ESG presso gli investitori.
- Proiezione della performance ESG: un benchmark ben costruito offre un riferimento per proiettare il percorso ESG di un’azienda. Ciò facilita l’allineamento con strategie di investimento sostenibile (SFDR, Tassonomia europea, ecc.).
Maggiori informazioni sulla performance ESG e sulla sua misurazione nel nostro articolo.
Perché integrare il benchmark nella due diligence ESG?
Integrare una dimensione di benchmark ESG nella tua due diligence significa rafforzare la qualità, la precisione e la credibilità della valutazione. Infatti, permette di evitare una lettura isolata o autoreferenziale dei dati ESG, ricontestualizzandoli in un ambiente competitivo, settoriale e normativo. In questo senso il benchmark svolge un ruolo di filtro strategico: gerarchizza i segnali ESG, distingue ciò che è realmente differenziante da ciò che rappresenta una semplice conformità di base e indirizza l’attenzione sugli aspetti materiali.
Consente inoltre di rilevare incoerenze o “zone grigie”: un impegno climatico molto ambizioso ma decisamente superiore alle pratiche di settore può rappresentare un vantaggio competitivo... oppure un rischio di greenwashing se non supportato da mezzi adeguati. Al contrario, una performance apparentemente soddisfacente può rivelare un ritardo significativo rispetto alla dinamica di mercato.
Infine, in un contesto di proliferazione dei quadri normativi (CSRD, SFDR, Tassonomia, ecc.), il benchmark fornisce una forma di normalizzazione implicita: allinea i criteri di valutazione alle aspettative di regolatori e mercati, agevolando al tempo stesso il dialogo con gli stakeholder: analisti, comitati di investimento o partner finanziari.
In poche parole, integrare il benchmark nella due diligence ESG significa passare da una semplice verifica di conformità a un’analisi strategica mirata, che chiarisce rischi, ambizioni e credibilità degli impegni ESG.
Criteri chiave per scegliere un buon benchmark ESG
Non tutti i benchmark ESG sono uguali e la loro pertinenza dipende strettamente dall’uso che se ne vuole fare: gestione strategica, valutazione dei rischi, due diligence o reporting normativo. Per ottenere valore reale, è essenziale sceglierne uno adatto, affidabile e ben allineato agli obiettivi. Ecco i principali criteri da considerare:
1. Pertinenza settoriale e geografica
Un benchmark efficace deve consentire un confronto coerente. Questo significa che dev’essere basato su aziende dello stesso settore, di dimensioni simili e, idealmente, operanti nella stessa area geografica. Un punteggio ESG globale ha poco valore se non puoi confrontarti con realtà comparabili.
2. Chiarezza metodologica e trasparenza delle fonti
Un buon benchmark si basa su una metodologia esplicita e riproducibile. Bisogna poter capire quali indicatori sono utilizzati, come vengono calcolati i punteggi e da dove provengono i dati. La trasparenza è fondamentale per interpretare correttamente i risultati e giustificare le proprie scelte agli stakeholder.
3. Compatibilità con i quadri regolatori
Oggi che la CSRD, la SFDR o la Tassonomia europea ridefiniscono le regole del gioco, è cruciale scegliere un benchmark che si allinei a questi riferimenti. Questo garantisce maggiore coerenza tra gli obblighi di reporting, gli impegni ESG e la propria strategia complessiva.
Scegliendo i giusti riferimenti e integrandoli in una piattaforma ESG robusta, le aziende guadagnano in chiarezza, credibilità ed agilità decisionale.
Che tu sia nella fase di strutturazione del reporting ESG, in piena valutazione degli impegni o alla ricerca di uno strumento differenziante per attrarre capitali sostenibili, il benchmark ESG è una chiave di allineamento strategico.
Benchmark ESG su misura per ogni settore: una necessità
Le sfide ESG variano notevolmente tra i settori e un benchmark efficace deve riflettere queste differenze. Nell’energia la priorità spesso riguarda la riduzione delle emissioni di carbonio, la transizione a fonti rinnovabili e la gestione dei principali rischi ambientali. Al contrario, il settore immobiliare si concentra sulla performance energetica degli edifici, sulla gestione delle risorse (acqua, materiali) e sul comfort degli utenti.
Nella sanità, i criteri ESG sono incentrati su etica, accesso alle cure, sicurezza dei pazienti e governance degli studi clinici. Logistica e trasporti devono invece considerare l’ottimizzazione dei flussi, l’impronta di carbonio delle consegne e il rispetto dei diritti sociali nelle catene di fornitura.
Infine, settori come finanza, agroalimentare o tecnologia hanno ciascuno specifici riferimenti e rischi (etica dei dati, biodiversità, inclusione digitale...). Per questo è essenziale adottare un benchmark ESG settoriale, in grado di cogliere le questioni materiali proprie del tuo settore e di ancorare la performance in un contesto realmente comparabile.
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