EDCI - Comprendere l’ESG Data Convergence Initiative per armonizzare il reporting ESG nel private equity
Semplificate e standardizzate i vostri dati ESG con l'EDCI.

In un contesto in cui i quadri di rendicontazione ESG sono numerosi - come SFDR, CSRD, GRI, ISSB o il nuovo standard VSME - le aziende e gli investitori si trovano di fronte a una sfida fondamentale: la comparabilità dei dati ESG. Ogni framework impone i propri indicatori e livelli di granularità, rendendo complessa la valutazione trasversale delle performance di sostenibilità. Per gli investitori, in particolare nel private equity, questa frammentazione rappresenta un ostacolo alla trasparenza, all’affidabilità e alla coerenza dell’analisi ESG.
È in questo contesto che nasce l’ESG Data Convergence Initiative (EDCI). Lanciata nel 2021 dal Carlyle Group e da CalPERS, e oggi sostenuta da oltre 350 attori del private equity, l’EDCI fornisce un set comune di indicatori ESG chiave per migliorare la comparabilità delle performance delle aziende in portafoglio. Favorendo trasparenza e standardizzazione, l’iniziativa si propone un duplice obiettivo: semplificare il reporting ESG per le aziende e rafforzare la fiducia degli investitori nella qualità dei dati non finanziari.
Che cos’è l’EDCI? Qual è il suo posizionamento?
Definizione e attori coinvolti
L’EDCI (ESG Data Convergence Initiative) nasce da una partnership globale tra operatori dei mercati privati con l’obiettivo di armonizzare e standardizzare la comunicazione dei dati ESG, consentendo ai gestori di fondi (GP) e agli investitori istituzionali (LP) di accedere a dati ESG facilmente comparabili.
L’iniziativa definisce una serie di indicatori ESG chiave che spaziano dalle emissioni di gas serra e dal consumo energetico ai temi di diversità, salute e sicurezza sul lavoro, fino al coinvolgimento dei dipendenti. Tali indicatori saranno illustrati più avanti.
L’EDCI si rivolge principalmente alle società di private equity (GP) e alle loro aziende in portafoglio. Anche gli investitori istituzionali (LP) — come fondi pensione, compagnie assicurative o fondazioni — sono parte centrale dell’iniziativa, utilizzando i dati armonizzati per valutare rischi e opportunità ESG e rispondere alle crescenti richieste normative.
L’EDCI si distingue per un approccio pragmatico: ridurre l’onere amministrativo per le aziende e fornire agli investitori informazioni affidabili e comparabili. Stabilendo un quadro comune, contribuisce a rafforzare la trasparenza ESG e facilitare il processo decisionale in un contesto normativo e di mercato in rapida evoluzione.
Contesto e posizionamento
Aziende e investitori devono orientarsi tra molteplici requisiti di rendicontazione. In Europa, la SFDR impone alle società di gestione di dichiarare l’impatto ESG dei propri prodotti finanziari, mentre la CSRD definisce standard europei di reporting non finanziario. A livello internazionale, ISSB, SASB, GRI e TCFD propongono indicatori e metodologie spesso disallineati, complicando ulteriormente la comparabilità.
In questo quadro frammentato, l’EDCI assume il ruolo di armonizzatore specifico per il private equity. Non si propone come nuovo standard universale, ma come un modo per standardizzare gli indicatori più pertinenti per i fondi e le aziende in portafoglio, facilitando anche l’allineamento con gli obblighi normativi esistenti.
L’iniziativa diventa così un ponte tra regolamentazione pubblica, aspettative degli investitori e pratiche di mercato.
Cosa include l’EDCI, e come vengono raccolti e utilizzati i dati?
Le richieste concrete dell’EDCI: gli 8 indicatori principali
Questi otto indicatori coprono le dimensioni ambientali, sociali e di governance e offrono una visione completa delle performance ESG:
Emissioni di gas serra (GHG) | divulgazione delle emissioni Scope 1 e 2, con possibilità di includere lo Scope 3 |
Strategia Net Zero | descrizione della strategia climatica e degli obiettivi associati |
Energia rinnovabile | quota di energia proveniente da fonti rinnovabili |
Diversità e inclusione | rappresentanza di donne e gruppi sottorappresentati nella governance e nel management |
Infortuni sul lavoro | numero di incidenti, decessi e giorni di assenza |
Dinamiche occupazionali | nuove assunzioni nette e turnover totale |
Coinvolgimento dei dipendenti | presenza e risultati di survey interne |
Cybersecurity | svolgimento di test o audit di sicurezza |
Come vengono raccolti e utilizzati i dati dell’EDCI?
1️⃣ Raccolta dei dati dalle aziende in portafoglio
Ogni azienda fornisce i dati richiesti in base agli indicatori EDCI. La raccolta può essere effettuata direttamente dai GP o tramite piattaforme ESG digitali, che facilitano l’inserimento e la verifica delle informazioni.
2️⃣ Consolidamento e armonizzazione da parte dei fondi
I GP aggregano i dati delle aziende utilizzando i canali di sottomissione previsti dall’EDCI:
- piattaforme ESG partner
- template ufficiale EDCI
- sistema di trasferimento sicuro BCG
- sistemi interni sicuri
L’EDCI effettua poi una verifica tecnica per identificare incoerenze, campi mancanti o errori di formato. I GP procedono successivamente all’armonizzazione interna: unità di misura, perimetri, metodologie coerenti.
3️⃣ Analisi e reporting verso gli investitori
I dati consolidati vengono utilizzati per:
- valutare la performance ESG del portafoglio
- produrre report standardizzati (ad esempio richieste SFDR o LP)
- facilitare il benchmarking tra aziende e fondi
Impatto, benefici e sfide future per l’EDCI
Benefici e impatti
Dal suo lancio nel 2021, l’EDCI ha riunito una vasta comunità di attori del private equity. Oltre 350 GP e LP partecipano attivamente all’iniziativa, tra cui Blackstone, Carlyle, EQT, Apollo Global Management e TPG.
Alcuni fondi, come Carlyle - cofondatore dell’iniziativa - hanno integrato l’EDCI nei propri processi interni per rafforzare la standardizzazione dei dati non finanziari all’interno dei portafogli.
Le sfide da affrontare
- Copertura ancora limitata: l’iniziativa riguarda principalmente il private equity, escludendo per ora venture capital, private debt e infrastrutture.
- Allineamento normativo: la convergenza con i requisiti europei (CSRD, SFDR) è ancora in evoluzione.
- Complessità tecnologica: la gestione su larga scala di dati ESG richiede strumenti digitali robusti.
Pertanto, per trarre pieno vantaggio da questa convergenza, è necessario disporre degli strumenti adeguati per raccogliere, strutturare e analizzare questi dati su larga scala.
Piattaforme come Greenscope possono svolgere un ruolo fondamentale automatizzando la raccolta e la consolidazione dei dati ESG, semplificando al contempo la conformità ai requisiti EDCI.
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